Narco degli Alidosi
ridere guardava ad occhi fitti la faccia nascosta di Blabante. «Come ti chiami, giovane coperto? E perché te ne stai così, ora che il sole splende, e il
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mastro Eudaveo, il fabbro, di forgiare un elmo nuovo al signore: un elmo tutto chiuso, con una fessura per gli occhi da cui solo la luce passava, e che
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, cercando di raccogliere poi col naso quel che si sentiva. Ma per quanto, come pronto al veleno, spalancasse le narici e chiudesse gli occhi, altro non
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ordinava le cose del pasto. Narco già spingeva, stringendo gli occhi e i denti. Ma il ramo era irremovibile come la colonna del tempio: anzi di più
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sbirciare il cielo con i loro occhi tondi.
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metà, con gli occhi come ronde sul castello di lana, Blabante contava. Mano a mano, il passo di Narco diventava meno impetuoso, e le sue braccia
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avesse preso una frustata sugli occhi, Narco fece un salto indietro.
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diceva che i due nodi di legno sporgenti dalla testa si aprivano e mostravano occhi umani... Qualcuno diceva che, a stare in ascolto, in primavera
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, fuori di vista, ciuffi di canapa fina imbevuti d'anice. Però, quando il conte gli alitò nel naso a occhi spalancati, il medico cominciò a piangere
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